Esempio di ciclo Rankine per la produzione di EE

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Descrizione impianto

 L’impianto in oggetto è del tipo a ciclo vapore Rankine, basato sulla combustione in caldaia di un combustibile (ad esempio biomassa legnosa come quella scelta nel presente studio – cippato con umidità max 55%, con ottimale tra il 40-45%) allo scopo di produrre vapore da espandere in una turbina collegata ad un alternatore, con produzione di energia elettrica.

Caldaia

L’apporto del combustibile al focolare è garantito da un sistema automatico di caricamento operante in continuo che, in maniera automatizzata, si adatta alle richieste del sistema di regolazione della combustione. La caldaia prevista è costituita sostanzialmente da due banchi di tubazioni: la prima caratterizzata da scambio termico prevalentemente per irraggiamento (allo scopo di surriscaldare il vapore), la seconda caratterizzata da scambio termico a convezione (dedicato alla vaporizzazione dell’acqua di alimento).

 Condensatore

Il condensatore scelto è un’aero-condensatore dimensionato per condensare la massima portata allo scarico turbina alla pressione di 0,2 bara. Il condensatore è completo di gruppo del vuoto con pompa ad anello liquido.

 Sezione Fumi

Il trattamento dei fumi di combustione è composto essenzialmente da:

  • elettrofiltro: è alloggiato all’interno dell’edificio su un’apposita struttura ed è dimensionato per garantirne il corretto funzionamento anche nelle condizioni d’esercizio più severe. Le ceneri separate sono raccolte nella tramoggia sottostante ove una coclea provvede al loro conferimento al redler che a sua volta le scarica nel silo

  • reucperatore fumi: ha il compito di riscaldarel’aria comburente fino a 120°C. Detto scambiatore è installato immediatamente prima del ventilatore esaustore e consente, a fronte di un maggior investimento iniziale, un ulteriore recupero energetico.

 Turbina

Il vapore proveniente dalla caldaia viene immesso nella turbina attraverso una valvola di regolazione, controllata dal quadro controllo turbina. Il vapore si espande attraverso i vari stadi statorici e rotorici fino ad una pressione di scarico di circa 0,20 bara in funzione della temperatura dell’aria esterna.

 Ausiliari

Comprendono: Sistema di produzione, comprensivo di serbatoio di accumulo, di acqua demineralizzata e linea di reintegro al degasatore con gruppo di regolazione modulante completo di piping e strumentazione. Il degasaggio dell’acqua di alimento viene effettuato termicamente tramite un prelievo di vapore a media pressione.

La turbina a vapore ed i suoi ausiliari (centralina olio, viratore, ecc.) vengono controllati e regolati per mezzo di un PLC che gestisce tutti i blocchi, le protezioni e le sequenze di avviamento, fermata, presa di carico e fermata di emergenza.

 Modalità operativa

Il funzionamento dell’alternatore è previsto sempre collegato in parallelo con la rete esterna al fine di cedere l’energia elettrica prodotta in eccesso. Tuttavia, per condizioni particolari, il sistema potrà essere predisposto per la marcia in “isola” consentendo di operare con l’impianto anche senza la connessione con la rete elettrica.

La gasificazione della pollina da allevamenti avicoli

ImageIntroduzione

 Lo smaltimento della pollina da allevamenti avicoli è oggi uno tra i principali problemi gestionali del settore a livello nazionale nazionale. Lo spandimento di pollina su terreno agricolo, prassi consolidata, sta andando via via perdendo applicabilità a causa dell’aumento dei costi di affitto dei terreni agricoli e del costo dell’operazione di spandimento.

 Il problema sta creando forti preoccupazioni agli avicoltori tanto da spingere la nascita di iniziative sperimentali volte ad affrontare in modo scientifico il problema, che contribuisce ad aumentare i costi di produzione del settore, alla ricerca di una soluzione tecnicamente praticabile ed economicamente ed ambientalmente sostenibile.

 Queste iniziative però si scontrano con l’attuale legislazione in materia di energia che vieta l’impiego di pollina per produzione di energia se non in impianti dedicati di potenza superiore a 6 MW.

 Le linee di progetto qui descritte intendono proporre un paniere di soluzioni alternative e complementari, in grado di garantire un sistema di soluzioni alla questione dello smaltimento della Pollina ed in grado di rappresentare una piattaforma sperimentale per la sperimentazione di filoni innovativi nel settore.

 Il progetto, quindi, si basa sullo studio di un sistema territoriale esteso (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna nord orientale), sull’analisi di specifiche esigenze locali e delle principali aziende avicole e delle filiere interconnesse e sulle tecnologie in grado di assicurare non solo la sostenibilità ambientale, ma anche il maggior valore aggiunto e lo sviluppo delle filiere e dell’indotto connessi in tali territori.

 Fasi del progetto

 Il progetto è articolato nelle seguenti fasi:

  1. Costituzione dello Steering Committee: Il pool ha tra componenti fondanti:

    • Cifra – Centro Interdipartimentale di Formazione e Ricerca Ambientale dell’Università di Udine,

    • Cisver – Comitato Italiano per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili,

    • Dipic – Dipartimento di Principi e Impianti di Ingegneria Chimica dell’Università di Padova,

    • Energol S.r.l.,

    • Veniceproject S.r.l.

  2. Definizione del primo Customers Pool :l’avvio del progetto deve essere garantito da una committenza che abbia contemporaneamente una capacità di indirizzo (rappresentando in modo significativo il settore avicolo) e d una capacità di finanziamento del progetto stesso.

  3. Definizione del Master Projectsulla base delle linee guida impostate dallo Steering Committee sulla base delle priorità del Customer sPool, viene definito il Master Project che deve prendere in considerazione le seguenti aree:

    • tecnologie disponibili, stato ed evoluzioni possibili,

    • vincoli normativi nel territorio di competenza,

    • organizzazione di filiera nel territorio di competenza, stato ed evoluzioni possibili,

    • soluzioni di massima affidabilità

    • impatti dell’innovazione tecnologica e dell’innovazione di processo

    • soluzioni di massima resa tecnica ed economica.

Il Master Project, quindi, prevede le seguenti fasi:

      1. studio di fattibilità di massima

      2. determinazione dei sottoprogetti

      3. studio di fattibilità dei sottoprogetti

  1. Gestione del consenso territoriale: il coinvolgimento territoriale è necessario alfine di determinare la conduzione del Progetto in modo concorde agli interessi e dalle potenzialità del territorio stesso, se da una parte il progetto di organizzazione delle filiera necessita di una approfondita conoscenza degli operatori coinvolgibili tramite le Associazioni di Categoria, dall’altro il dialogo con la Pubblica Amministrazione Locale permette di articolare soluzioni compatibili sia con gli iter autorizzativi che con le aspirazioni di sviluppo dei territori. Il processo di gestione del consenso territoriale deve culminare in uno più momenti di incontro delle varie parti in gioco, allo scopo di definire in modo dettagliato quali operatori sono interessati ade ntrare in filiera, quali ad investire, qualiistituzioni vogliono giocare un ruolo attivo le condizioni le necessità delle Pubbliche Amministrazioni.

Considerazioni preliminari

Ad oggi la valorizzazione energetica della Pollina presenta problematiche legate all’emissione di Ossidi di Azoto (NOx) superiori alla norma, le vie percorribili sembrano concentrarsi su due alternative:

  • integrazione del mix alimentante della valorizzazione energetica fino a far rientrare le emissione di NOx nei livelli di norma.

  • degradazione termica in assenza di ossigeno (gasificazione),

Una terza via può essere quella di produzione di biogas, nella quale l’eliminazione degli Ossidi di Azoto può avvenire a valle utilizzando biofiltri ad alghe che assimilano NOx e CO2 per il l’accrescimento forzato, alghe che poi possono essere impiegate come emendante o nella cosmesi.

 Per garantire il più rapido avvio del progetto, si può realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica e calore tramite valorizzazione termica di biomassa (della potenza indicativa di 8-10 MW), nell’attesa che partano le attività di sperimentazione e che si definiscano i sottoprogetti innovativi che garantiscano le soluzioni di massima resa tecnica ed economica, si può richiedere l’autorizzazione ad alimentare l’impianto di termovalorizzazione con un 15 – 20% (15-20.000 tonn/anno) di pollina, in modo che le emissioni siano ampiamente entro i limiti di legge.

 Filoni di sperimentazione

 Dalle indagini preliminari condotte si sono individuati tre filoni di sperimentazione meritevoli di approfondimento:

  • gasificazione della pollina a fini energetici;

  • ottimizzazione dei parametri di combustione del materiale tramite ossigeno puro;

  • maturazione del materiale e produzione di emendante a uso agricolo.

Gassificazione della pollina a fini energetici

 La gassificazione consiste nell’ossidazione incompleta di biomasse solide o liquide in un ambiente ad elevata temperatura (800÷1000°C) per la produzione di un gas combustibile (detto syngas, composto da H2, CO, CxHy, N2, CO2, in proporzioni variabili secondo il tipo di biomassa e dal tipo di gassificatore usato). La gassificazione della pollina permette quindi di ottenere un gas combustibile che può essere facilmente purificato prima dell’utilizzazione, con conseguenti vantaggi per il rispetto dei limti di emissione al camino.

Concept di bungalow ecocompatibile

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L’utilizzo di diverse fonti rinnovabili e di altrettante tecnologie per la produzione di energia è una scelta mirata ad una gestione sostenibile del territorio, che permette di sfruttarne al meglio le risorse (energetiche, idriche, agricole,..) senza però comprometterne irreversibilmente la funzionalità.
I diversi sistemi sono integrati in modo tale da minimizzare l’apporto di energia esterna e garantire allo stesso tempo il funzionamento dell’intero complesso nel caso venga a mancare un elemento.
Così l’energia elettrica generata dalla pala eolica e dagli impianti fotovoltaici è garantita anche in caso di blackout; viceversa il sistema è alimentato dalla rete di distribuzione nel caso di un guasto agli impianti.
Nel centro servizi l’impianto solare termico fornisce parte dell’acqua calda al ristorante, ai servizi igienici centrali e alle altre strutture, riducendo così i consumi di gas o di gasolio per l’alimentazione della caldaia.
Nei bungalow invece sia l’acqua calda che il riscaldamento, necessario per brevi periodi durante l’anno, sfruttano l’energia elettrica fornita dall’impianto fotovoltaico.
Qui il sistema di raccolta delle acque bianche, utilizzate per lo scarico del wc, consente una riduzione dei consumi di acqua potabile. Inoltre l’intero sistema di scarico dei bungalow (acque nere e acque grigie) confluisce alla vasca di fitodepurazione interrata e poi ad un serbatoio di raccolta delle acque depurate da utilizzare per l’irrigazione dell’orto e delle aree verdi, con un ulteriore risparmio di acqua potabile.
Infine il sistema di raccolta dei rifiuti organici, dislocato nei bungalow e nel centro servizi, permette di ottenere concime biologico per l’orto e le piante.
Un altro aspetto importante per la sinergia dei vari sistemi è la disposizione degli spazi all’interno dell’area del camping, che può essere suddivisa in zone di utilizzo (per es. zona abitativa, zona agricola, zona ricreativa, zona infrastrutture e servizi,…). Questo permette di disporre le varie strutture, compatibilmente con le caratteristiche naturali e morfologiche dell’area, in modo da limitare la dispersione dei flussi di energia, l’impatto antropico, gli spostamenti ed ogni possibile danno all’ambiente e alle sue risorse.
E’ per questo che, ad esempio, la vasca di fitodepurazione dovrà trovarsi nei pressi dei bungalow da cui riceve i reflui e così l’orto sorgerà a ridosso del serbatoio di raccolta delle acque depurate destinate all’irrigazione.
Questo approccio alla gestione del territorio deriva dalla Permacultura, una pratica integrata di progettazione e conservazione consapevole ed etica dei sistemi produttivi che si basa su alcuni principi:
Individuare le relazioni funzionali fra i vari elementi di un sistema naturale;
Ogni elemento in un sistema naturale svolge molte funzioni, bisogna cercare di sfruttare tutte le potenzialità di ogni elemento;
Ogni funzione può essere esercitata da più elementi. E’ necessario progettare in modo che tutte le funzioni importanti possano essere svolte anche quando qualche elemento non funziona;
Favorire la biodiversità: progettare in modo da aumentare le relazioni fra gli elementi piuttosto che il numero di elementi;
Minimizzare l’apporto di energia esterna, progettando sistemi che sfruttano le risorse presenti in loco, riciclare e riutilizzare il più possibile.

In questo modo le funzioni delle persone, delle piante, degli animali e della terra sono riconosciute ed integrate per massimizzare i risultati e realizzare ambienti umani sostenibili.

Il progetto prevede l’installazione di impianti di alimentazione che utilizzano energie da fonti rinnovabili diverse:

Eolico
E’ prevista l’installazione di un impianto microeolico con potenza nominale di 3 kW. Questo sarà alimentato da un generatore ad asse verticale, capace di sfruttare qualsiasi direzione del vento, resistente alle forti raffiche e con un basso impatto acustico e visivo. L’impianto contribuirà, attraverso il sistema di distribuzione, a fornire l’energia elettrica necessaria alle attività del centro servizi, alle piazzole del camping e all’illuminazione notturna. Ciò permetterà di risparmiare sui consumi di energia elettrica acquistata dalla rete e di ridurre le emissioni di CO2, SO2, NO2.

Solare termico
Sul tetto del centro servizi saranno applicati dei collettori piani diretti (8 mq circa di superficie totale), collegati ad un serbatoio captante posto nel sottotetto e ad una caldaia di integrazione. Questo impianto permetterà di fornire parte dell’acqua calda necessaria ai servizi, al ristorante e alla reception, con un notevole risparmio energetico e una riduzione delle emissioni di CO2.

Fotovoltaico
Ognuno dei quattro bungalow sarà dotato di un piccolo impianto fotovoltaico (1 kW) per la produzione di energia elettrica. Ogni impianto è costituito da una serie di moduli fotovoltaici posti sul tetto spiovente del bungalow (7 mq circa di superficie) collegati ad un inverter installato a parete all’interno dell’abitazione.
Questo sistema fornirà l’energia elettrica necessaria ai servizi del bungalow, compresi il riscaldamento dell’acqua (attraverso boiler elettrico) e dell’ambiente nei periodi più freddi. E’ infatti prevista l’installazione di un sistema di riscaldamento radiante, costituito da una serie di serpentine alimentate elettricamente, poste sotto il pavimento della camera da letto.
I bungalow sono comunque collegati alla rete di distribuzione nel caso l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico sia insufficiente. Anche questo impianto consentirà un risparmio sui consumi di energia elettrica e un minore inquinamento legato alle emissioni di CO2, SO2, NO2.

Altri sistemi di recupero in dotazione ai bungalow
Ogni bungalow sarà dotato di una serra per la coltivazione di piccole piante (aromatiche e ornamentali) e la raccolta dei rifiuti organici prodotti.
La serra permetterà poi di nascondere un sistema di raccolta delle acque bianche. Questo sistema consentirà di raccogliere l’acqua piovana captata dal tetto e utilizzarla per lo scarico del wc.

Fitodepurazione
E’ in progetto la realizzazione di un sistema di fitodepurazione, posto nei pressi dei bungalow. Ad esso confluiranno, dopo una depurazione preliminare in fossa biologica (tipo Imhoff), sia le acque grigie che le acque nere.
L’impianto, a flusso sommerso orizzontale, è costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso e vegetato da macrofite atte alla depurazione. Questo sistema garantisce la totale assenza di cattivi odori e di insetti, inoltre va a creare un’area verde calpestabile (50 mq circa, 20 abitanti Eq) e riduce i consumi di energia elettrica del 50% rispetto alla depurazione tradizionale.
Le acque così depurate potranno essere utilizzate per l’irrigazione dell’orto e delle aree verdi del camping.

Green Public Procurement – la strada della PA verso la sostenibilità

ImageQuando si cerca di interpretare il panorama “ecologico” di questo scorcio di XXI secolo, alcune delle chiavi più importanti le dà Georgescu-Roegen, il grande economista ecologico rumeno: solo la natura produce ricchezza e si presenta come realmente produttiva (che “produce” realmente qualcosa) mentre il ciclo economico di produzione-distribuzione-consumo si presenta come organizzatore e consumatore di risorse già create.

In quest’ottica come si conciliano le necessità della “natura” con quelle di una società complessa e fortemente non lineare come quella odierna? Parlare genericamente di “sviluppo sostenibile” rischia di essere una comoda foglia di fico. Più utile cercare quei metodi che permettono di avviare il volano di produzioni eco-compatibili, come ad esempio la “Politica Integrata di Prodotto” (Integrated Product Policy – IPP) che attraverso una pluralità di strumenti cerca di contenere gli impatti ambientali associati: Ecolabel, valutazioni d’impatto, analisi del ciclo di vita, ecc.

Si fa strada la maturazione di una tale coscienza anche nella Pubblica Amministrazione, con l’accordo “Europa 2020”, promulgato dalla Commissione Europea per tracciare le strategie dello sviluppo Europea per la prossima decade, al quale è strettamente collegato il Patto dei Sindaci, un protocollo liberamente sottoscritto dalle Amministrazioni Comunali, che si impegnano ad adottare volontariamente specifiche misura di tutela dell’Ambiente, strategie di abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra e sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Una delle misure più interessanti in questo senso è il Green Public Procurement (GPP), ossia la corsia preferenziale che le Pubbliche amministrazioni dovrebbero riservare ad acquisti a ridotto impatto ambientale: risulta chiaro che se una parte consistente di amministrazioni pubbliche incrementerà la propria domanda di prodotti “ecologici” ci sarà un effetto enorme sul mercato dei prodotti compatibili con l’ambiente e l’industria sarà portata ad aumentarne sensibilmente la produzione e contenerne i costi.

Nel suo complesso il GPP ha la capacità potenziale di:

influenzare il mercato, quindi anche gli stakeholders che operano intorno ad esso (imprese, altri consumatori);

favorire l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche di altre settori;

facilitare l’integrazione ed attuazione di svariati strumenti nell’ambito delle politiche integrate di prodotto degli enti locali.

Inoltre va osservato che l’acquisto di beni e servizi a impatto ambientale ridotto può essere asservito al raggiungimento di obiettivi di protezione ambientale specifici (riduzione dei consumi complessivi; risparmio energetico, riduzione della produzione dei rifiuti, ecc.). Ma attenzione: prodotti e servizi a impatto ambientale ridotto, per poter essere considerati tali, devono possedere dei requisiti specifici. La maniera più diretta per verificare che un prodotto/servizio abbia tali requisiti è quel la di fare riferimento ai criteri ecologici che il prodotto/servizio deve rispettare per ottenere un’etichetta ecologica. Ciò garantisce sia la “scientificità” che la “fattibilità” del criterio ecologico stesso.

Tutto questo ha cominciato a essere recepito a partire dal Piano d’Implementazione di Johannesburg (nell’ambito del World Summit on Sustainable Development del 2002): il Piano indica che le autorità pubbliche dovrebbero essere indirizzate ad integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei processi decisionali, inclusi quelli che riguardano la pianificazione per lo sviluppo locale, gli investimenti e gli acquisti pubblici, attraverso lo sviluppo e la diffusione di prodotti e servizi compatibili con l’ambiente (il GPP, Green Public Procurement).

Questi indirizzi si sono riverberati in Italia nella Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia, approvata nel 2002 dal Ministero dell’Ambiente che indica gli obiettivi e i target, in termini di beni ecologici acquistati, che la Pubblica Amministrazione dovrebbe raggiungere entro il 2006: l’obiettivo è il 30% dei beni che dovrebbe rispondere a specifici requisiti ecologici. Inoltre il 30-40% del parco dei beni durevoli dovrebbe essere a ridotto consumo energetico.

La Legge Finanziaria 296 del 27 Dicembre 2006 ha previsto infine l’elaborazione di un “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”. Il Decreto Interministeriale n. 135 dell’11 Aprile 2008 ha recepito il Piano d’Azione predisposto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed approvato di concerto con il Ministero dell’Economia.

Le prime norme in materia di acquisti ambientalmente preferibili apparsi a livello nazionale facevano riferimento ad alcuni tipi di materiali di recupero: materiali biodegradabili, carta, plastica, materiali generici. Gli interventi hanno riguardato principalmente la promozione dell’uso della carta riciclata con relativa fissazione di obiettivi minimi di copertura del fabbisogno di prodotti con materiali riciclati che vanno dal 20 al 50%.

Fortunatamente negli ultimi anni si è vista però un’evoluzione del contesto normativo che tende a spronare l’introduzione di sistemi di acquisti verdi e non solo di acquisti di singoli materiali. Ne sono un esempio le “Norme per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche” della Regione Puglia che prevedono che la Regione, le Province, i Comuni con più di 5000 abitanti approvino un Piano d’Azione di durata triennale finalizzato alla definizione di un programma operativo per l’introduzione dei criteri ambientali nelle procedure d’acquisto di beni e servizi e volto a conseguire l’obiettivo di riconversione al termine del triennio di almeno il 30 % delle proprie forniture.

Introdurre seriamente delle pratiche di GPP nella pubblica amministrazione richiede una pianificazione attenta. In particolare devono essere riviste in chiave ecologica le fasi di:

  • definizione dell’oggetto;

  • definizione delle specifiche tecniche relative;

  • selezione dei candidati;

  • aggiudicazione;

  • esecuzione.

Un elemento chiave per il successo del GPP è l’informazione del personale della PA e soprattutto la raccolta della “best practices” in materia.

ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) una ONG che coopera attivamente con l’ONU e che raccoglie oltre 1200 Pubbliche Amministrazioni nel Mondo, ha studiato diversi protocolli ed implementato molte iniziative infrastrutturali per aiutare Comuni, Provincie, Regioni e Governi ad integrare il processo GPP, particolarmente apprezzato è Protocollo “Procura +”, ideato per offrire delle linee guida alle Amministrazioni in materia di:

  • elettricità da risorse rinnovabili;

  • computer e apparecchi elettronici ad alta efficienza energetica;

  • cibi biologici per mense, ospedali e catering in genere;

  • edifici che rispettino standard elevati di efficienza nel riscaldamento e nel condizionamento;

  • servizi per la pulizia orientati alla protezione della salute umana;

  • servizi di trasporto pubblico orientati alla qualità e con mezzi ad emissioni ridotte.

Le review effettuate sulle esperienze di GPP hanno mostrato che l’adozione di una strategia di acquisti verdi può portare anche ad una razionalizzazione complessiva delle politiche d’acquisto e quindi a dei benefici economici oltre che ambientali. Inoltre, tutti gli ostacoli legati alla difficoltà di promuovere il cambiamento, che spesso caratterizza diversi settori dell’amministrazione, possono essere superati dall’adozione di una politica organizzata e degli strumenti di supporto idonei all’introduzione del GPP.

Parte in Italia il Fondo Kyoto

ImageE’ partito il Fondo Kyoto, 600 M€ messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti per progetti di riduzione della CO2 (ma non solo).

I dettagli sono riportati nel sito della CDDPP:
e nella circolare esplicativa:

Energia dal biogas: innovazione nella produzione agricola

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Gli ultimi anni hanno conosciuto un forte interese per le cosidette agroenergie, ossia per la possibilità di produrre energia da materie prime e scarti di origine agricola. Tra i diversi modi di utlizzazione delle biomasse uno dei più interessanti è senz’altro la produzione di biogas. Il metodo si basa sulla naturale degradazione anaerobica da parte dei batteri della sostanza organica la quale può essere apportata, oltre che dai liquami, anche da colture erbacce dedicate o scarti dell’agroindustria, alimentari o di macellazione: il biogas così ottentuo (miscela di metano, idrogeno, CO2 e acqua) può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore in semplci impianti di cogenerazione.

Questo tipo di generazione si sposa le direttive comunitarie, che prevede le seguenti linee di intervento:

  • Incremento delle fonti energetiche rinnovabili;

  • Riduzione dei consumi finali di energia nei diversi settori d’uso;

  • Riduzione delle emissioni di gas climalteranti;

  • Miglioramento de

    l sistema di approvvigionamento energetico e diversificazione delle fonti e tutela della qualità ambientale con particolare riguardo alle emissioni in atmosfera.

La normativa nazionale, in linea con le direttive CE, incentiva tale forma di produzione di energia elettrica con il sistema dei certificati verdi: un incentivo mon

etario che permette alla produzione di energia elettrica di essere competitiva sul mercato oltre al riconoscimento dell’attività energetica come connessa all’attività agricola.

Anche se le matrici esaurite in uscita dal digestore (digestati) sono stabilizzate e compatibili con l’uso agricolo (fertirrigazione e spandimento come amendanti del suolo), lo smaltimento dei digestati si scontra con la cosidetta “Direttiva Nitrati”, questa norma comunitaria pone dei limiti restrittivi allo spandimento sul suolo dei reflui e dei digestati per contrastare il crescente inquainamento delle acque sotterranee dovute all’eccessiva somministrazione di nitrati.

La soluzione del problema deve necessariamente incardinarsi sulla depurazione dei reflui: ECO-Management propone la sua soluzione basata sulla depurazione con ozono per ottenere in alternativa:

  • eliminazione p

    arziale dell’azoto per ridurre la superficie necessaria allo spandimento dei reflui;

  • eliminazione totale del

    contenuto di azoto, per arrivare allo scarico in acque superficiali o in impianti consortili;

La depurazione con ozono consente di ottenre numerosi vantaggi tra cui:

  • ha un forte potere ossidante;

  • non produce fanghi o concentrati;

  • degrada gli inquinanti, senza trasferire l’inquinamento ad altre fasi;

  • on causa inquinamento secondario; infatti l’ozono, a reazione avvenuta, si degrada ad ossigeno molecolare e non lascia residui nocivi;

  • migliora le caratteristiche generali delle acque ed aumenta la biodegradabilità del refluo;

  • non apporta ulteriore salinità all’acqua da trattare.

In coclusione ECO-Management si propone come partner tecnico e consulenziale per tutti coloro che vogliono esplorare la possibilità di trasformare la loro azienda gricola in una centrale per la produzione di bioenergie.

La riconciliazione del bilancio energetico

In un proprio stabilimento industriale, che soddisfaceva il suo fabbisogno complessivo di energia acquistando da fornitori esterni energia elettrica e gas naturale, un’Azienda manifatturiera della provincia di Vicenza ha deciso di inserire un gruppo elettrogeno alimentato con olio vegetale (IAFR = Impianto Alimentato da Fonte Rinnovabile), provvedendo – nel contempo – ad installare le infrastrutture necessarie a ricuperare il calore cogenerato dal nuovo impianto: in tal modo lo stabilimento, oltre a soddisfare tutto il suo fabbisogno di energia elettrica, ne è divenuto esportatore verso la rete esterna ed ha largamente ridotto il suo fabbisogno di gas naturale. Assieme alla realizzazione del riassetto impiantistico dello stabilimento, l’Azienda ha anche ravvisato la convenienza di dotarlo di un innovativo sistema informatico avanzato per il controllo e la gestione ottimizzata dei consumi energetici. Mediante tale sistema, messo a punto e fornitole da una società che svolge attività specialistica di consulenza energetica, la quale glielo ha caricato su un apposito PC dedicato, l’Azienda può ora gestire costantemente i flussi di energia che “scorrono” nell’opificio, ottimizzando il loro assetto d’insieme in ottica sia tecnica (maggiore efficienza energetica) che economica (minori costi): i connessi benefici ottenuti, in termini di risparmio di energia primaria e di miglioramento dell’impatto ambientale, sono certificati secondo le modalità stabilite dalla vigente normativa di legge volta ad incentivare sia l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili per ridurre quello di fonti fossili [Certificati Verdi = CV], sia l’accrescimento dell’efficienza energetica con conseguente risparmio di energia primaria [Titoli di Efficienza Energetica = TEE], attraverso l’impiego consapevole / intelligente / razionale dell’energia in ogni sua forma.
La disponibilità di dati analitici e dettagliati sui consumi di energia e sui connessi costi, tutti opportunamente ’compensati’ / ’validati’ e quindi ’coerenti’ sul piano tecnico e ’in quadratura’ su quello economico, ha permesso di dare un assetto più puntuale alla Contabilità Industriale dello stabilimento e di porre gli “amministrativi” e i “tecnici” in grado di colloquiare più proficuamente e di operare in sinergia per il raggiungimento della migliore performance aziendale.
L’innovativo Sistema Informatico Integrato di Contabilità e Controllo dei Consumi di Energia – Total Energy Management così attuato risponde appieno alle richieste di registrazione e ottimizzazione della nuova Norma UNI/CEI EN 16001.

1. Introduzione
Il contesto è quello di uno stabilimento industriale di un’Azienda manifatturiera della provincia di Vicenza, che occupa ca. 150 dipendenti e produce recipienti / imballaggi di varie tipologie.
Prima della ristrutturazione impiantistica e del connesso riassetto gestionale dei consumi di energia oggetto di questa relazione, la situazione operativa dello stabilimento – per quanto attiene ai suoi fabbisogni energetici ed alle modalità del loro soddisfacimento – era quella evidenziata.

Energia Elettrica acquistata
kWh/anno
5.771.255
Energia Elettrica venduta
kWh/anno
=
Gas Naturale acquistato
Smc/anno
1.356.048
Olio Vegetale acquistato
t/anno

La ristrutturazione impiantistica è consistita nell’inserimento di un gruppo elettrogeno alimentato con olio vegetale (IAFR = Impianto Alimentato da Fonte Rinnovabile), con la contestuale installazione delle infrastrutture (principalmente scambiatori di calore) necessarie a ricuperare il calore cogenerato dal nuovo impianto, della strumentazione in campo atta a rilevare in continuo – negli appropriati punti di misura – i dati relativi ai vari flussi energetici (quantità, temperature, pressioni, tensioni, ecc.) e del hardware informatico cui trasmettere tali dati e sul quale caricare i programmi software deputati ad elaborarli.
Dopo la ristrutturazione impiantistica e il connesso riassetto gestionale dei consumi di energia oggetto di questa relazione, la situazione operativa dello stabilimento – per quanto attiene ai suoi fabbisogni energetici ed alle modalità del loro soddisfacimento – è quella evidenziata in Tabella II e rappresentata nello schema di Figura 2.

Energia Elettrica acquistata
KWh/anno
=
Energia elettrica venduta
KWh/anno
11.050.000
Gas Naturale acquistato
Smc/anno
641.450
Olio Vegetale acquistato
t/anno
3.850

2. ModalitÀ  di controllo del sistema informatico integrato di contabilità

Una società che svolge attività specialistica di consulenza energetica ha messo a punto un innovativo specifico software energetico originale, basato su un appropriato modello matematico del ciclo produttivo dello stabilimento post ristrutturazione impiantistica, appositamente costruito – Sistema Informatico Integrato di Contabilità e Controllo dei Consumi di Energia – Total Energy Management [SIICCCE-TEM] – e lo ha caricato su un PC dedicato all’uopo installato.
Tutti gli strumenti di misura in campo sono collegati a PLC, che ne raccolgono i valori ’bruti’ misurati istante per istante e ne calcolano ogni quarto d’ora le rispettive medie aritmetiche. Allo scadere di ogni quarto d’ora il PC dedicato si collega automaticamente ai PLC e acquisisce i predetti valori medi, memorizzandoli in apposito Data Base: 4 dati ’bruti’ ogni ora, per ciascuna grandezza tecnica di rilevanza energetica misurata nel relativo punto di misura in campo.
Il software, avvalendosi di appropriati algoritmi matematico/statistici originali, elabora i predetti 4 dati ’bruti’ di ogni ora per ’compensarli’, e ’valida’ poi i 4 dati ’compensati’ così generati, verificando che siano ’coerenti’ attraverso il soddisfacimento di apposite equazioni di controllo in cui vengono immessi. Quando la correzione di compensazione di un dato ’bruto’ risulta eccessiva rispetto ad un intervallo di accettabilità prefissato, il software dà un segnale di allarme e, fino a quando non rileva che si è provveduto – da parte del personale allertato dall’allarme – ad intervenire per risolvere l’anomalia, adotta per quel dato il suo valore ’compensato’ cui era pervenuto nel quarto d’ora precedente. I 4 dati ’compensati’ e ’coerenti’ di ciascuna ora vengono a loro volta mediati; vengono infine ancora mediati, due volte al giorno, i 12 dati medi orari così ottenuti e relativi alle 12 ore di Picco (8 > 20) e gli altri 12 relativi alle 12 ore fuori Picco (0 > 8 + 20 > 24) di ciascun giorno, con riferimento alle due fasce orarie della tariffazione vigente sul mercato libero dell’energia elettrica per uso industriale: in definitiva, il software genera giornalmente, per ogni misura rilevata in campo, 2 dati medi ’compensati’ e ’coerenti’ relativi alle 2 fasce orarie di Picco e fuori Picco. I dati medi ’compensati’ e ’coerenti’ delle due fasce orarie di ciascun giorno vengono memorizzati in apposito Data Base.
I predetti 2 dati tecnici medi ’compensati’ e ’coerenti’ rilevati giornalmente entrano poi in celle di calcolo, ognuna associata ad uno specifico segmento del complesso impiantistico dello stabilimento, ove fluiscono uno o più flussi di “materia che trasporta energia” (kWh/h di energia elettrica; mc/h di gas naturale, o di acqua, o di aria più o meno compressa; ecc.); con ciascuno di tali segmenti impiantistici è stato anche fatto coincidere un Centro di Costo della riorganizzata Contabilità Industriale dell’Azienda.
In ogni cella sono stati preventivamente immessi i valori economici ’bruti’ delle “materie energetiche” che fluiscono nel rispettivo segmento impiantistico (cioè i loro costi unitari, a quel punto del loro fluire lungo il ciclo produttivo dell’opificio), valori che vengono aggiornati ogni qualvolta sia necessario (prezzi di acquisto dell’olio vegetale, del gas naturale, dell’acqua; prezzi di acquisto o di vendita dell’energia elettrica; valori dei CV e dei TEE): il software, avvalendosi di appropriati algoritmi matematico/statistici originali, elabora anche i predetti valori economici ’bruti’ per ’compensarli’ se necessario, e ’valida’ poi i valori ’compensati’ così generati, verificando che siano ’in quadratura’ attraverso il soddisfa-cimento di apposite equazioni di controllo in cui vengono immessi.
Ogni cella calcola, per ciascuna delle 2 fasce orarie di ogni giorno e per ogni flusso energetico in entrata/uscita dal rispettivo segmento impiantistico, 12 grandezze tecniche ed economiche che caratterizzano il flusso: tali grandezze sono state definite nel loro insieme MED (acronimo di Materia-Energia-Denaro) di quel flusso: per ciascun flusso impiantistico si hanno quindi 2 MED per ogni giorno: anche tutte le MED vengono memorizzate nel Data Base.

La costante disponibilità in tempo reale di dati analitici e dettagliati sui consumi di energia e sui connessi costi, tutti opportunamente ’compensati’ / ’validati’ e quindi ’coerenti’ sul piano tecnico e ’in quadratura’ su quello economico, ha permesso di dare un assetto più puntuale alla Contabilità Industriale dello stabilimento e di porre gli “amministrativi” e i “tecnici” in grado di colloquiare più proficuamente e di operare in sinergia per il raggiungimento della migliore performance aziendale.
Attingendo ai dati disponibili nelle MED di cui sopra, il SIICCCE-TEM produce – sia sistematicamente con frequenze prestabilite, sia a richiesta – una serie di Report destinati ai “tecnici”, agli “amministrativi” e al Management aziendale. Il tutto gestibile eventualmente anche a distanza per via telematica ’in remoto’.
Nelle Figure 4, 5 e 6 sono riprodotti, a titolo di esempio, tre dei predetti Report.

Giova evidenziare che, quando il Management fosse interessato a stimare gli effetti tecnico-economici energetici di eventuali modifiche / ampliamenti / integrazioni degli impianti dello stabilimento, sarà agevole ottenere dal SIICCCE-TEM affidabili elementi conoscitivi atti a permettere consapevoli e meditate scelte per le conseguenti decisioni strategiche: sarà infatti sufficiente integrare opportunamente il modello matematico del ciclo produttivo dello stabilimento, inserendovi i nuovi o modificati segmenti impian-tistici con la relativa nuova strumentazione di misura in campo e associarvi le nuove o modificate celle di calcolo, far poi “girare” per un tempo virtuale il SIICCCE-TEM così modificato e chiedergli di produrre i Report contenenti le informazioni desiderate.

3. RISPONDENZA DEL SISTEMA ALLA NUOVA NORMA UNI/CEI EN 16001
La volontà del management di migliorare ulteriormente l’efficienza degli usi finali dell’energia (anche per ottemperare ai requisiti del D. Lgs. 115/08, che recepisce la Direttiva 2006/32/CE) ha portato l’azienda a verificare la rispondenza del sistema sopra descritto alla nuova norma UNI/CEI EN16001 – requisiti e linee guida per i sistemi di gestione dell’energia. A questo scopo si è effettuata una “gap analisys” per verificare quali aspetti della norma sono attualmente ottemperati e quali vanno invece modificati o introdotti in azienda, in modo da indirizzare correttamente una futura certificazione del sistema.
Va detto che l’azienda è già certificata secondo UNI EN ISO 9001: si ritiene quindi che saranno facilmente implementabili i requisiti relativi a Policy energetica, formazione del personale in campo energetico e introduzione di specifiche procedure (per esempio per la manutenzione). Detto questo si è rilevato come sia correttamente implementata e in linea con i requisiti della norma la gestione degli Aspetti Energetici: infatti, a partire da una diagnosi energetica che ha preso in considerazione dati pregressi, opportunità di miglioramento, organizzazione, ecc. il SIICCCE-TEM fornisce con continuità dei report della situazione che riportano i consumi, la produzione di energia e gli eventuali scostamenti rispetto alla situazione ottimale. Tali dati sono resi in forma di indicatori energetici facilmente comprensibili.
I fronti su cui l’azienda dovrà lavorare per arrivare alla conformità alla norma sono in conclusione abbastanza limitati: principalmente andrà individuato un responsabile del sistema di gestione energia che dovrà essere (per competenze e mansioni) la figura che controlla uso dell’energia e occasioni di miglioramento.

CONCLUSIONI
Le possibilità/opportunità offerte dalle odierne tecnologie informatiche, sul piano dell’hardware e – ancor più – del software, consentono di governare e gestire in modo consapevole / intelligente / razionale e – quindi – efficiente / efficace / ottimizzato i vari aspetti tecnici ed economici delle modalità secondo le quali soddisfare il fabbisogno complessivo di energia di un qualsiasi ciclo produttivo industriale, con costi assai contenuti (anche in termini di impiego di risorse umane) e perciò sostenibili anche da Aziende di dimensioni limitate. La concretizzazione di un siffatto approccio integrato e coordinato alla gestione dell’energia risulta prodromica all’implementazione delle registrazioni e ottimizzazioni richieste dalla nuova Norma UNI/CEI EN 16001.
Per un’Azienda medio-piccola è tuttavia necessario
che il Management sia ben consapevole della rilevanza dei costi energetici, non solo per il loro aspetto strettamente economico ma anche per i connessi risvolti socio-ambientali;
che ci si avvalga dell’assistenza di una qualificata struttura di consulenza specialistica in campo energetico, per la costruzione di un appropriato Sistema Informatico Integrato di Contabilità e Controllo dei Consumi di Energia – Total Energy Management e – eventualmente – per la sua gestione ’in remoto’.