ENI vuole trasformare la raffineria di Venezia nella prima bioraffineria del mondo

Dopo che l’amministratore delgato di ENI Scaroni ha presentato il progetto di bioraffineria (http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=221030) registriamo l’intervento di Simone Padoan, direttore di ANSAC Italia, vicepresidente di APIndustria Venezia e profondo conoscitore del mercato dei biocarburanti italiano.

La bioraffineria di ENI è un biglietto vincente alla lotteria: non buttiamolo via.

Simone Padoan, vice presidente APIndustria Venezia.

Se ENI porterà a termine l’investimento per la “Green Refinery”, il nostro Territorio avrà vinto un biglietto vincente alla lotteria, il cui valore supera quello di un intero filare di Palais Lumière.

Che la bioraffineria sia un investimento possibile per Porto Marghera era, sulla carta, dimostrato ormai da anni: già nel 2007 ho inserito la proposta per lo sviluppo di una bioraffineria integrata nel Protocollo di Condivisione delle linee strategiche per la riqualificazione e lo sviluppo di Porto Marghera, mentre la Grandi Mulini prospettava un impianto di produzione di bioetanolo.

Il problema però, è che la produzione di biocarburanti deve tenere di conto di una quantità di variabili che possono trasformare l’investimento in un incubo, a partire dalla logistica, che se non è strategicamente piazzata, può incidere significativamente sul costo del prodotto finito.

Per questo motivo, nonostante tanti sforzi, identificare un investitore che dovesse farsi carico di individuare l’area ideale sulla quale imbastire una trattativa di acquisto, condizionata dall’incognita bonifica, è sempre stato come costruire un castello di sabbia asciutta.

Considerando che una delle poche aree adatte è la zona compresa tra la raffineria e la Petroven, mi ricordo una riunione informale, tenutasi a settembre del 2009, proprio negli uffici Petroven, durante la quale il massimo sforzo che si poteva immaginare da parte di ENI sarebbe potuto essere quello di locare un appezzamento di terra, ma sicuramente non quello di investire del suo, anzi, l’impressione che permeava era quella che a Porto Marghera, ENI, non avrebbe più investito su alcunché.

A partire da quella data, ho sempre temuto di aprire il giornale la mattina e vedere la notizia della dismissione della Raffineria e, nell’ultimo anno, più di qualche volta o pensato che i miei timori fossero sul punto di esser dimostrati, soprattutto quando, a distanza di pochi mesi, era stato annunciato che ENI avrebbe investito 1,2 miliardi di Euro a Proto Torres per avviare una bioraffieria, mentre avrebbe chiuso Porto Marghera per sei mesi.

Non a caso, nel dossier sui biocarburanti, pubblicato, alla fine dello scorso anno, proprio sulla rivista Equilibri della Fondazione ENI Enrico Mattei, auspicavo che ENI prendesse in considerazione anche Porto Marghera per investimenti simili.

In linea teorica, il valore strategico di una bioraffineria per questo Territorio, può superare le potenzialità espresse dal polo chimico negli anni d’oro: oltre a quella dei biocarburanti, infatti, è possibile innescare una serie di produzioni, a partire da bio-lubrificanti, bio-tensioattivi, bio-solventi, bio-vernici, bio-collanti, bio-inchiostri, bio-resine, bio-polimeri, bio-plastificanti,  bio-plastiche, il cui risultato può essere quello di alimentare filiere che valorizzano competenze professionali ed imprenditoriali del Territorio, in ambito chimico ed impiantistico, che valorizzano una componente scientifica dell’Alto Adriatico di eccellenza mondiale nel settore delle biomasse e chimica verde (agrochimica), che attraggono investimenti complementari ed intersettoriali tra Piccola/Media Impresa e Grande Impresa e attraggono Capitali Esteri e che raccolgono le sfide del nuovo secolo: sostenibilità economica ed ambientale, legame tra mercato globale e locale.

Con 100 milioni di euro, è possibile realizzare una linea produttiva di green diesel, adeguata a coprire i quantitativi di biocarburante da miscelare ai tradizionali che vengono distribuiti da questa raffineria, non si tratta, di per sé stesso, di un investimento che da solo può generare un cambiamento così epocale, ma se lo aggiungiamo anche ad altri interventi analoghi, prospettati o compiuti anche da altri soggetti, come quelli, ad esempio dell’Oleificio Medio Piave e di Cereal Docks, otteniamo un insieme che è molto più che simbolico: è un vero inizio.

Il punto è che ENI ha consegnato il biglietto vincente a questo Territorio, ma sta a noi ed alle nostre Amministrazioni andare ad incassarlo: non è solo una questione di autorizzazioni, serve ora un processo di integrazione infrastrutturale che, anche se, considerando i progetti dell’Autorità Portuale, ha già enormi potenzialità per quanto riguarda la logistica, è ancora privo di una piano strategico che sia in grado di attirare investimenti per la realizzazione di laboratori di ricerca per nuovi materiali, per il trasferimento delle loro applicazioni su tecnologie e prodotti destinati al mercato di consumo e, per questo, in grado di avviare produzioni ad alto valore aggiunto  e, quindi, ad avviare nuova imprenditorialità industriale ed artigianale.

Il fatto che ENI abbia preso questa decisione, proprio adesso, non può non avere a che fare con il percorso intrapreso dall’Accordo di programma del 16 aprile, “per la bonifica ed il ripristino ambientale di Porto Marghera e per favorire lo sviluppo di attività produttive sostenibili”, un percorso che ha visto il patrocinio attivo del Ministero dell’Ambiente ed ha avuto la fortuna di avere un coordinamento attento e capace, ma che non ha ancora avuto la possibilità di esprimere una piena convergenza delle strategie della Amministrazioni coinvolte: sarebbe importante, infatti, capire assieme, attorno al Tavolo Permanete per Porto Marghera, come condividere un piano di incentivazione della Chimica Verde, capire quale ruolo possano avere le varie Agenzie e società partecipate e le Università, quali spazi possono esser velocemente convertiti per questo specifico scopo e come si possa promuovere il Territorio per attrarre investitori esteri interessati a questo specifico tema.